giovedì 13 gennaio 2011

-Patroclo-

Il mio nome è Patroclo,figlio di Menezio.Anni fa, per aver ucciso un ragazzo come me, dovetti lasciare la mia terra,e,con mio padre,arrivai a Ftia dove regnava il forte e saggio Peleo.Il re aveva un figlio: si chiamava Achille.Circolavano strane voci su di lui.Che per madre aveva una dea.Che era stato allevato senza conoscere il latte di donna;nutrito solo con interiora di leone e midollo di orsi.Che sarebbe diventato il guerriero senza il quale troia non sarebbe mai stat conquistata.Oggi le sue ossa sono mescolate con le mie,sepolte nell'isola bianca. La sua morte gli appartiene... La mia iniziò quando si levò l'aurora,dopo la notte in cui Ulisse e Diomede avevano rubato gli splenditi cavalli di Reso.In quella prima luce del giorno Agamennone schierò l'esercito per la battaglia.Ordinò agli aurighi che tenessero i carri al di qua del fossato,ben schierati, e che i guerrieri a piedi,lo attraversassero e si mettessero in assetto di guerra,sull'altra sponda.Tutti ubbidirono tranne noi Mirmìdoni,perchè Achille non voleva che combattessimo.Io rimasi davanti alla nostra tenda.Nella piaura di fronte a noi,vedevo i Troiani stringersi attorno ai loro comandanti.Mi ricordo Ettore: appariva e spariva,in mezzo ai soldati,come una stella, brillante , trale nubi di un fosco cielo notturno. Tutto quello che vidi quel giorno, da lontano, e che sentii raccontare , voglio che lo ascoltiate,ora,se volete capire di che morte mi è piaciuto morire[...] Quel giorno io li salvai tutti,con il mio coraggio e la mia follia... COMMENTO (parte del libro che mi ha + appassionato) Questa è la mia parte preferita del libro di Baricco. Da questi pensieri, che lo scrittore fa pronunciare direttamente a Patroclo, si riesce a percepire la profonda e lunga amicizia che c'è tra Patroclo e Achille, pronti in alcuni casi a mettersi in gioco e adirittura rischiare la vita per difendere l'altro. Emergono perciò sentimenti nobili, come l'amicizia, il coraggio e l'altruismo. In opposizione con questi sani principi , c'è la percezione dela triste e sofferente morte di Patroclo. Si capisce benissimo il suo senso del dovere verso la patria e verso il suo amico. Patroclo indossa le armi di Achille e scende in battaglia , sacrificandosi ,combattendo, morendo e salvando gli Achei da Ettore e dall'esercito troiano, spingendo così con la sua morte il Pelìde a tornare in battaglia, cioè a far combattere colui che porterà la morte sugli occhi di Ettore ,assasino del suo amico, e che sconfiggerà momentaneamente i troiani. Quindi Patroclo in un certo senso per me è l'eroe senza il quale gli Achei non avrebbero potuto vincere. La profonda amicizia tra Achille e Patroclo e i loro favori reciproci dureranno per sempre, anche dopo la morte , e le loro ossa e i loro corpi si mischieranno nell'isola bianca.

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